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22 Ottobre 2023

Obbligo di defibrillatori in Italia: chi deve adeguarsi e quanti salvati

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L’obbligo di defibrillatori in Italia è stato introdotto dal Decreto Balduzzi nel 2017, e successivamente esteso dalla Legge Lorenzin nel 2021. L’obiettivo è quello di aumentare la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco, che è una delle principali cause di morte in Italia.

Chi deve adeguarsi

L’obbligo di defibrillatori riguarda i seguenti soggetti:

  • Società sportive, sia dilettantistiche che professionistiche, sia durante le competizioni che durante gli allenamenti.
  • Uffici della pubblica amministrazione aperti al pubblico, come scuole, ospedali, case di riposo, centri commerciali, ecc.
  • Stabilimenti con più di 1000 persone presenti, come cinema, teatri, stadi, ecc.

Quante persone sono morte e quante si sono salvate

Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), in Italia ogni anno circa 70.000 persone muoiono per arresto cardiaco. Di queste, circa il 20% avviene in ambito sportivo.

L’utilizzo di un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) entro i primi 5 minuti dall’arresto cardiaco può aumentare la probabilità di sopravvivenza del 70%.

Conclusione

L’obbligo di defibrillatori in Italia è una misura importante per aumentare la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. L’obiettivo è quello di rendere i DAE sempre più accessibili e diffusi, in modo da poter essere utilizzati rapidamente in caso di necessità.

Altri dati

Secondo un recente studio dell’Associazione Nazionale Defibrillatori (ANED), in Italia sono presenti circa 700.000 DAE, di cui circa 200.000 in ambito sportivo.

L’ANED ha inoltre stimato che, grazie all’utilizzo dei DAE, in Italia sono state salvate circa 20.000 persone negli ultimi 10 anni.

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